Startup Stories #26
L'Europa delle startup sta andando alla grande, Facebook copia (di nuovo), e il senso di ambire alla perfezione. + 3 libri & 3 corsi per la vostra estate
Ciao amici!
Valigia fatta, due passi verso la spiaggia e agenda in pausa per almeno due settimane: siete già lì?
Io non proprio perché ho un segreto da confidarvi: non amo le vacanze di agosto.
Le capisco, fa caldo e non è facile lavorare. Tuttavia, complice il lungo periodo all’estero non riesco a condividere l’approccio del “ci risentiamo a settembre”. L’estate è un momento condiviso con altri Paesi ma mi sono sempre chiesta: perché in Italia chiude tutto per quasi un mese? Non sarebbe più utile instaurare un meccanismo di rotazione dove le aziende sono aperte e rispondono sempre, agosto compreso? Ancora di più oggi che abbiamo scoperto di vivere in un mondo digitale dove gli e-commerce non hanno confini solamente nazionali. Quindi avete capito, io spero sempre che questa cosa prima o poi cambierà.
Anche perché è sempre più difficile spiegarla ai miei capi e ai clienti internazionali.
Anche quest’anno quindi farò solo qualche giorno off ad agosto perché, come vi accennavo, sto lavorando a una succosa novità che non vedo l’ora di lanciare e testare.
Non vorrei anticipare nulla ma vi do un indizio. Accendete la TV dal 20 agosto, principalmente Canale 5 e Italia 1. Io vi penserò, aggiornando compulsivamente Google Analytics. Non vi anticipo nulla ma praticamente vi ho già detto tutto.
Lasciatemi vedere i primi risultati e vi racconto tutto a settembre.
Questa volta la scusa è buona.
Cos’è successo nel mondo digital marketing, tech e startup in questo mese?
1) Per i fondi alle startup europee è un anno record
Il 18% di tutti i fondi mondiali per le startup è arrivato in Europa: è la prima volta che questa percentuale è così alta.
Da una parte ciò è dovuto ai ricconi europei, che finalmente hanno capito che investire in startup ha moltissimo senso sia dal punto di vista strategico che economico (Northvolt la startup svedese nella produzione di batterie ha da poco raccolto 2.75MLD da una serie di fondi pensionisti e investitori pvt come Daniel Ek, Ceo di Spotify). Ci sono poi sempre più fondi americani che finalmente percepiscono la ricchezza delle startup europee, nelle quali hanno messo 10 MLD solo nei primi 5 mesi del 2021 (come Klarna).
Le startup europee hanno raccolto un totale di €49 miliardi nei primi 6 mesi del 2021. 2.9x rispetto ai fondi del 2020 che non solo fanno ben sperare nella crescita e nel progresso dell’ecosistema europeo ma finalmente fanno tacere le voci critiche sulla capacità delle startup europee di competere a livello globale. L’IPO di Wise (ex-Transferwise) aiuta a far crescere questa speranze e a trasformarla in fatti, dato che con una valutazione di 11 mld di sterline è diventata la più grande come capitalizzazione del mercato.
Tutti questi fondi ovviamente permettono alle startup europee di crescere velocemente e di aumentare le speranze, soprattutto in termini di performance delle aziende e di aspettative degli investitori globali.
Ma a chi sono indirizzati questi fondi?
18 miliardi sono stati chiusi da round di investimenti megaround maggiori di €250M. Siamo ancora distanti dai numeri della SV ma stiamo andando meglio. In questo caso parliamo di scale-up strutturate con un ticket medio molto alto, che hanno chiuso grazie a dati di performance e aspettative in crescita (il 15% delle startup europee sono unicorni, ossia aziende con una valutazione maggiore di 1mld)
il resto dei fondi sono stati divisi tra Series A (20% delle startup europee) e seed round (35% delle startup). Questa è una bellissima notizia per l’ecosistema europeo perché è molto più difficile raccogliere se si è in una fase seed, una fase molto più rischiosa del processo di creazione di un nuovo progetto, sia dal punto di vista del modello di business che della tecnologia, dove in genere non solo i ticket molto più contenuti ma è molto più difficile chiudere i round. Il Series A arriva invece quando l’azienda si sposta nella scala del rischio grazie a validazione del business model e inizio della corsa verso la scalabilità.
Qual è l’analisi considerando il contributo dei singoli Paesi europei?
In UK, Germania, Svezia, Francia e Olanda le startup hanno raccolto più nei primi sei mesi 2021 che in qualsiasi anno precedente. L’Italia è ovviamente all’ultimo posto. Ma.
I numeri di crescita in percentuale che cofrontano gli ultimi due anni danno qualche speranza in più, anche se partiamo da un importo iniziale molto basso.
(Tutti questi numeri sono di un report molto figo di Dealroom, se avete voglia di leggerlo sotto l’ombrellone lo trovate qui.)
2) Facebook continua a copiare: stavolta tocca a Twitter. Il futuro rimane controverso.
Vi ricordate quando qualche mese fa vi raccontavo dei progressi di Twitter nello sviluppare nuove funzionalità per i creator?
Ecco, oltre a me e a molti altri se n’è accorta anche Facebook, che ha pensato fosse un’idea troppo figa per non copiarla.
Quindi sembrerebbe stiano lavorando a delle funzionalità dove i creator possono creare delle “storie esclusive” accessibili solo ai membri paganti di quelle community.
Tuttavia non è una novità di Twitter e Instagram: Only Fans, esplosa durante la pandemia, è stata una delle prime a costruirci un business, che nel 2020 ha fatturato circa $400M. Anche se lì i contenuti sono un po’ diversi (ne avevo scritto qui).
Chissà cosa dovremo aspettarci da Twitter e Instagram.
Anche perché non è che basti davvero copiare.
La modalità delle storie che Instagram aveva copiato da Snapchat, e che poi è stata copiata a sua volta da Twitter con Fleets, non è in realtà andata così bene per quest’ultimo, tanto che Twitter ha deciso di stopparle.
Eravamo tutti molto critici 7 mesi fa, quando le abbiamo viste implementate.
Il team di product manager di Twitter aveva aspettative diverse ma, la cosa bella, è che l’ha ammesso pubblicamente. Ecco, questa è una bella azione da compiere se hai creato nuove funzionalità ma poi hai capito che le performance non erano buone.

Sarebbe bello che nel tech cominciasse a diventare la norma e che Facebook copiasse anche comportamenti etici e trasparenti di questo tipo.
Invece, l’unica cosa che sappiamo è quello che viene iniziato a testare, mai quello che poi viene cambiato perché non funziona.
E oltre a Instagram, ci sono nuove scelte che smuovono un pelino più critiche riguardo il futuro di Facebook. Come gli ads in virtual reality che stanno iniziando a essere testati su Oculus, ancora una volta giustificati da “non saranno basati sui dati che avremo su di te e conservati sui device”. E la critica maggiore arriva dalla visione che Facebook possa creare la nuova versione dell’Internet, un metaverse ossia un Internet dove controlla i dati di tutti, in una commistione sempre più forte tra online e offline, che comprende sempre più l’inconscio e l’irrazionale.
Lo vogliamo?
Forse è arrivato il momento delle domande.
3) Perché il costo di fare campagne su Facebook continua ad aumentare?
L’anno scorso facevo campagne di app install in Italia su Facebook a 3-5 euro: ero allucinata nel vedere quei numeri perché non mi succedeva di vedere cifre così basse dal 2013. Molti miei clienti pensavano fosse “normale” e alcuni hanno persino creato budget previsionali su quei numeri facendo un errore di valutazione enorme.
Già l’anno scorso affermavo si trattasse di un anno eccezionale (molte aziende vista la pandemia hanno sospeso campagne pubblicitarie digitali) ma quest’anno posso dire con sicurezza che quel trend è definitamente passato: oggi siamo a circa 3-4-5 volte tanto.
Il digitale costa e non si può più pensare di “provare” a investire qualche centinaio di euro per sperare di ottenere qualche risultato.
Perché costa così tanto?
Un esempio preso dalla press release del Q2 di Facebook:
”Advertising revenue growth in the second quarter of 2021 was driven by a 47% year-over-year increase in the average price per ad and a 6% increase in the number of ads delivered. Similar to the second quarter, we expect that advertising revenue growth will be driven primarily by year-over-year advertising price increases during the rest of 2021.”
Il costo di un annuncio su Facebook è aumentato del 47% dall’anno scorso e l’aumento degli annunci serviti è stato solo del 6%.
La competizione per acquistare quell’annuncio aumenta, aumenta il prezzo ma non aumenta il numero di ad a disposizione degli advertiser.
Ecco perché Facebook cerca nuovi canali, come Oculus: per aiutare gli advertiser a pagare meno per acquistare un ad. Quindi, quando è l’algoritmo a decidere autonomamente dove posizionare il vostro ad, l’ottimizzazione non arriva solo da un’analisi migliore ma da una necessità di togliere il vostro controllo in modo da non farci percepire che in realtà l’ad nello stesso posto costa di più.
Ditelo ai vostri capi o ai vostri clienti.
As easy as that.
4) La perfezione è un pregio o un difetto?
Non sono una perfezionista.
Il mio motto è “better done than perfect”, ho sempre preferito eseguire con le informazioni che avevo, imparando grazie a un passo dopo l’altro, piuttosto di aspettare di perfezionare l’idea ed eseguirla perfettamente.
Ho sempre pensato che essere perfetti significasse essere più lenti o che ci rendesse automaticamente meno produttivi. Ho letto questo articolo di HBR e ho trovato ulteriori spunti interessanti, dove si analizzano le situazioni in cui essere perfezionisti fa più male che bene. Magari diventa un’utile riflessione anche per voi. Per esempio:
pensare troppo a una decisione per cercare di prendere la decisione perfetta: la decisione perfetta non esiste. E in alcune situazioni, pensare troppo ci fa prendere la decisione sbagliata.


pensare che se non si fa un lavoro migliore rispetto a quello degli altri si sta lavorando troppo poco. L’over delivery non dovrebbe essere la norma e pensare continuamente a superare le aspettative di tutti può essere la conseguenza di stati d’animo poco sani come sindrome dell’impostore. In alcuni casi ci può stare, ma non sempre.
convincersi che solo seguendo quella specifica abitudine stiamo facendo un buon lavoro. A volte avere la flessibilità di cambiare quell’abitudine può portarci a risultati migliori, basta avere il coraggio di farlo.
5) 3 letture che vi consiglio per la vostra estate:
No Rules Rules (L’unica regola è che non ci sono regole) : letto all’inizio dell’anno, se volete capire come impostare una cultura aziendale che mette le persone al centro leggendo cosa ha fatto quel genio di Reed Hstings, CEO di Netflix e il suo team (ne ho parlato un po’ anche io nella mia esperienza attuale qui)
Back to Human (solo in inglese): lo sto aspettando perché dopo quasi 2 anni che lavoriamo in remoto forse tornare a capire che la tecnologia sia solo un abilitatore non è così scontato. Come nemmeno è scontato capire come costruire team e aziende in modalità ibride mettendo al centro le relazioni umane.
Radical candor (Sincerità radicale. Essere un capo «tosto» senza perdere la propria umanità) dato che alcuni mi hanno chiesto qualcosa in più quando qualche mese fa vi parlavo del feedback (qui), questo è un must-have per chiunque lavori in un team e spiega come essere sinceri sia il modo più semplice ed efficace per dimostrare che ci teniamo al nostro team e vogliamo prenderci cura delle persone. Uscito due anni fa ma ancora essenziale, soprattutto per cercare di connettersi empaticamente con le persone con cui ci interfacciamo tutti i giorni.
Bonus romanzi: Simone de Beavoir, Le inseparabili & Jeanine Cummins, Il Sale della Terra
E 3 corsi
Coding bootcamp con 2 borse di studio per 12 donne in Sicilia o con l’dea di tornare in Sicilia e che vogliono imparare a sviluppare (o che semplicemente vorrebbero cambiare carriera con una speranza di maggiori opportuità di impiego futuro) con Edgemony
Un bel corso di data analysis con Google, gratis
Non è un vero corso ma una community che ti aiuta a imparare a scrivere (in inglese). Contando che scrivere bene in inglese oggi significa sapere comunicare, dato che tutti lavoriamo in remoto e ci interfacciamo scrivendo email o su slack, ve lo consiglio anche se costicchia.
Buona estate e buon ferragosto!
Se vi è piaciuta lasciatemi un cuore o mandatemi i vostri feedback via email!
Ci risentiamo, ovviamente, a settembre.
Alessia