Come risolvere problemi
Invece dei problemi parliamo delle soluzioni. E dell'ecosistema tech UK che inizia a vacillare.
Oggi non faccio editoriali. Vorrei solo fare la lista della spesa delle caratteristiche di chi dovrebbe essere leader. Leader di un team, di un processo, di un dipartimento. Troppe volte ho dato per scontato che chi è alla guida sia anche leader. Eppure ci dovrebbero essere dei principi osservabili in una persona che si definisce leader. Sono principi che ho osservato, ricercato e analizzato. E che ora voglio tenere ben presente per analizzare le persone nelle aziende in cui ho lavorato (e lavorerò) ed evitare di rischiare di trovarmi in situazioni complesse.
Quali sono i principi fondamentali di leader?
Per me sono 5.
Guidano con l’esempio e non con un approccio decisionale top down.
Trattano le altre persone con rispetto, dignità e cura. Va bene avere alte aspettative tuttavia dovrebbe essere chiaro quali sono gli obiettivi e come raggiungerli, senza mettere in discussione l’integrità delle persone.
Hanno fiducia che le persone che gestiscono porteranno a termine i lavori assegnati. Quando manca questa sicurezza psicologica e questa fiducia, dovrebbe essere compito del leader capire la situazioni e agire per preservarla.
Fanno challenge (in italiano è sfidare?) a punti di vista e opinioni per invitare le persone dei loro team a riflettere, a imparare nuove skills in un’ottica di crescita professionale e raggiungere obiettivi sfidanti. Attenzione a quando questa attività viene fatta con lo scopo di preservare il proprio interesse personale o aziendale perché allora non è utile alla crescita di nessuno, la relazione diventa invece tossica.
Ascoltano le opinioni delle altre persone e si rendono conto del loro contributo. Sono aperte ai feedback, perché sanno che i feedback aiutano a crescere. Quando la reazione da parte di chi si autoproclama leader è difensiva e orgogliosa oppure quel feedback non viene davvero ascoltato o messo in pratica, molto probabilmente chi abbiamo davanti dovrebbe farsi qualche domanda in più.
Se ne avete altri fatemeli sapere che mi piacerebbe davvero non doverli mettere mai più in discussione.
Gestire i budget di marketing durante una recessione
In Italia se ne parla ancora pochissimo ma all’estero è un bel tema, i tagli sembra siano soprattutto su canali non digitali. Come stanno reagendo le aziende dove lavorate? Siete più parsimoniosi? O uguale all’anno scorso? Sto facendo un po’ di ricerca perché è un argomento di cui vorrei parlare la settimana prossima. Se avete casi o esempi da condividere mi piacerebbe saperne di più, ovviamente sarà tutto anonimo.
Le startup climate tech potranno aiutarci a combattere la siccità?
Anche questo febbraio è preoccupante. Non piove da quasi un mese, i laghi sono a secco, il Po è già in emergenza. Le associazioni, i meteorologi e gli agricoltori lanciano allarmi per cui il 2023 potrebbe essere addirittura peggiore del 2022.
E allora, mi domando, perché invece di rimanere focalizzati sul problema, sperando che qualcuno faccia qualcosa non consideriamo subito delle soluzioni?
Non mi è mai piaciuto pensare solo ai problemi, mi sono sempre focalizzata sulle soluzioni perché una micro azione è più importante di una micro lamentela. Ognuno di noi può fare qualcosa per spingere a cambiare le cose, anche solo condividendo delle informazioni. Sto facendo un po’ di ricerca e ho trovato alcune idee e progetti interessanti.
La domanda che mi ha mosso è ovviamente questa: ci sono delle startup che potrebbero aiutarci a risolvere questo problema o a gestirlo in modo diverso?
Sand to Green è una startup agritech del Marocco fondata nel 2021 con lo scopo di creare un modello di agricoltura da implementare in aree desertiche. Attraverso impianti di dissalazione dell’acqua e un software che permette di creare piantagioni per le zone aride, monitorate attraverso satelliti e dati del territorio, vuole preservare la biodiversità facendo crescere prodotti in grado di vivere in condizioni ambientali sfidanti.
xFarm è la startup italiana che vuole aiutare gli agricoltori a essere più efficienti. Con la recente acquisizione di €1M dall’acceleratore europeo EIC fornisce strumenti di amministrazione e suggerimenti basati su algoritmi agronomici e AI. Offre inoltre strumenti di business intelligence alle aziende alimentari e ai produttori OEM che vogliono sfruttare il valore dei big data nella propria filiera. Sono già 130mila gli agricoltori nel mondo a utilizzare la piattaforma, 8 su 10 tra Italia e Svizzera.
Brioagro è spagnola, fondata nel 2014, ed è una piattaforma con un sistema di irrigazione intelligente per le culture, che permette di irrigare solo quando la pianta ne ha bisogno, risparmiando costi significativi e aumentando la produzione.
Finapp è italiana, nata nel 2019 come spinoff dell’Università di Padova e che ha raccolto 1M di euro finora anche da Crédit Agricole e dal gruppo Iren, per sviluppare il suo sistema di sonde per misurare l'acqua nel suolo. Non vuole fermarsi solo all’agricoltura: “dal momento che la neve è acqua allo stato solido, possiamo fornire delle stime accurate di quanta acqua affluirà nei bacini idroelettrici in primavera ed estate, per programmare con più efficienza la produzione. Maggior produzione da fonte rinnovabile, quindi, con minor necessità di ricorrere ai combustibili fossili.”
E noi nel nostro piccolo cosa possiamo fare?
Per esempio sfruttando questa energia solare per i nostri bisogni quotidiani. Ci sono alcune startup che stanno sviluppando soluzioni interessanti. Come We Do Solar startup tedesca che permette di installare dei pannelli solari nel proprio balcone e usare l’energia prodotta per alimentare i nostri elettrodomestici. Purtroppo non spedisce ancora in Italia ma io mi auguro che presto lo faccia così la provo!
Il dato che fa riflettere
Il mercato delle startup in UK è in crisi?
Io è da mo che lo penso ed è il motivo principale per cui ho deciso di lasciare Londra nel 2019. Ora i dati sembrano darmi ragione, soprattutto visto lo stallo dell’ultimo anno. Poi non dite che non ve l’ho detto se pensate ancora sia una buona idea trasferirvi in UK.
Le valutazioni delle startup in UK stanno soffrendo rispetto a quella che qualche anno fa era uno piccolo ecosistema ma che negli ultimi anni è cresciuto davvero tanto, anche grazie a Brexit. Parlo delle startup francesi. Le valutazioni per i series A e i series B che sono gli stage intermedi, dove le startup si preparano alla fase di hypergrowth sono cresciuti del 22% in Francia vs il 10% in UK. I series C (i cosiddetti “late stage” dove ormai le startup diventano corporate e si focalizzano a rendere efficienti le loro macchine ormai in terza corsia in autostrada) sono cresciuti del 23% in Francia verso il 9% in UK.
È il momento di dire addio 👉
👋 Goodbye alla supremazia di Londra nel tech europeo?
Negli ultimi 10 anni Londra è stata al centro del tech europeo, in termini di fondi, unicorni, startup. Tuttavia, dopo 7 anni dalla decisione sulla Brexit, investitori e imprenditori si domandano se Londra sarà in grado di colmare i gap che rimangono aperti e il confronto con altri Paesi europei che corrono, come la Francia, si fa sempre più aperto. Dopo la chiusura di Google Campus 2 anni fa e di Techhub, oggi chiude anche Tech Nation, l’organizzazione para governativa nata nel 2011 con l’obiettivo di supportare l’ecosistema tech UK e che ha supportato la nascita delll’80% delle startup in UK è stata chiusa.
E la recente riforma che vuole tagliare i crediti fiscali per gli investimenti R&D delle startup, porta i founder UK a guardare all’estero per ottenere condizioni migliori e più vantaggiose.
Che sia la fine della supremazia di Londra nel tech?
Job in startup, libri e iniziative che consiglio
📎 Sustainable brand Platform startup in climate tech che ha recentemente chiuso un seed round per sviluppare la sua piattaforma di analisi carbon footprint delle aziende fashion cerca diverse persone in remoto o ibrido Milano/Cagliari: Senior Front End Developer, Senior Back End Developer e Sviluppatore Junior Front End / Back End in stage a Cagliari.
📎 Plan.Net agenzia di digital transformation in Italia cerca una figura di Growth Intern a Milano
📎 Ruralis.com, startup pre-seed in lancio con una campagna di equity crowdfunding cerca Marketing Specialist
📎 Eoliann startup deeptech che ha chiuso seed round di cui abbiamo parlato qualche numero fa assume una persona come Product Owner a Torino
📎 Doorway startup che si occupa di sviluppare una piattaforma di investimento per le startup italiane assume Junior Investor Specialist in stage a Milano
📎 Pixpay startup recentemente arrivata in Italia dalla Francia per offrire un servizio finanziario ai più giovani e che ha chiuso un series A due anni fa con raccolta totale di $11M assume Social Media & Influence Manager Italy in stage a Parigi
📎 FlixBus assume Data Engineer a Milano
👁🗨 Alcune delle ragazze e donne manager che mi seguono dopo aver visto il post sul programma del Comune di Milano di cui sono mentor mi hanno chiesto come possono a loro volta partecipare come mentor a delle iniziative. Userò questa newsletter per condividere quelle che trovo, ce ne sono davvero tante in Europa, meno in Italia. Per esempio Ambitious Lady in Tech è un programma di mentorship in UK, potete mandare la vostra application qui
♨️ Se invece conoscete laureate o studentesse STEM c’è un bell’evento organizzato da Bending Spoons a Milano per creare un momento di confronto e scambio. Spese di vitto e trasporto pagate dall’azienda, basta mandare la propria application qui
ps: se vi ha intrippato il tema della scorsa settimana sulla Generative AI questo è un elenco di tool e risorse powered by AI. Divertitevi!
A domenica prossima, che è già marzo.
Il mio focus: scaricare le foto delle vacanze alle Hawaii e tornare ad arrampicare, sperando di non deprimermi con i post in previsione dell’8 marzo.
Alessia
Ciao Alessia, hai ragione, bisogna ribadire che chi guida “deve” essere leader, non ci sono compromessi, non più. Aggiungo che spesso, di base, al driver manca la consapevolezza dell’importanza del ruolo “delicato” che svolge. In Italia esiste ancora l’immaginario che se hai ottime competenze verticali sicuramente sarai brav@ a guidare persone. Successivamente vengono “buttate” nella mischia prediligendo istinti culturali improvvisati più che “educazione” e metodo emotivo. Alla tua lista fondamentale aggiungerei che i leader devono mettersi in discussione assieme al team e saper chiedere “scusa” quando sbagliano. Emanuele