Startup Stories #58
Far bloccare l'AI renderà la nostra vita migliore e rispetterà i nostri dati? E continua l'analisi degli stipendi in tech.
Ciao persone meravigliose, come state?
Non ho ancora fatto in tempo a riprendermi dall’ottimismo e dall’energia respirate a Parigi che arriva subito la mazzata. O forse sono io che porto sfiga perché proprio questa settimana che ho passato un sacco di tempo a testarlo, è stato messo con le spalle al muro fino al blocco? Si, parlo di ChatGPT.
Ma anche della carne sintetica, quella in laboratorio o delle parole in inglese che si vuole evitare vengano usate. La mia domanda è perché? Perché bannare la carne sintetica? Forse per evitare che migliaia di allevatori in Italia si sentano messi con le spalle al muro. Perché evitare di usare le parole in inglese? Forse per evitare che le persone debbano imparare a parlarlo. Perché solo ChatGPT ha il grande problema dei dati personali nella forma quando è da un mese che ricevo telefonate di call center che mi raccontano una serie di bugie per farmi cambiare contratto per l’energia (di nuovo) quando io ho ripetuto più volte che nego l’autorizzazione a usare i miei dati personali? Un consiglio, governo, bisognerebbe bannare anche tutti i call center.
Sulla velocità posso essere d’accordo: spaventa e fa impressione.
Ma quello che mi fa più incazzare in questo Paese è che qualsiasi argomento deve avere sempre e solo vincitori e sconfitti. Non c’è spazio di discussione, di analisi, di ragionamenti, di approfondimenti veri. Non si comunica. Non si fanno domande. Si prendono decisioni a caxxo perché qualcuno deve prenderle e poi forse un giorno si cambiano senza neppure chiedere scusa. Ma si, dai cambiamo idea, che succederà mai. Eh allora, perché non iniziamo a tradurre tutte le parole straniere che sono già parte del nostro vocabolario? Iniziamo dai. Traduciamo Jeans. Bidet. Baguette. PC.
È sicuramente un bell’esercizio, ma qual è l’obiettivo? A cosa serve? Qual è l’impatto? Ogni volta che prendiamo una decisione dovremmo pensare a cosa serve rispetto al nostro obiettivo. Per esempio come il paper che ha reso disponibile il ministro della scienza, tecnologia e innovazione per il governo UK.
Nelle startup in genere tutte le decisioni servono a raggiungere la North Star Metric, la metrica più importante di tutte, quella che ci fa capire se la startup cresce. Se pensiamo a qual è la North Star Metric dell’Italia, potrebbe essere il PIL?
Chissà qual è l’impatto di tutte queste decisioni sul nostro PIL.
L’analisi tech della settimana
Facciamo un esercizio.
Fingiamo per un attimo che la decisione che ha preso il garante sia giusta: come potrebbe essere il nostro futuro?
L’Italia è assieme a Cina, Corea del Nord e Russia, dalla parte giusta della storia.
È il 2078, io sono ancora viva (yoga serve, me l’avevano detto!) anche perché vivo in un Paese che si è protetto dal progresso. Andiamo ancora in giro a piedi perché abbiamo un sacco di tempo. La mia pensione da quasi centenaria la pagano i ventenni, che finita l’università, fanno 3 lavori per permettersi di vivere. Il 50% del loro stipendio serve per pagare la pensione a me, alle mie amiche e ai nostri cani. Poverini, ma effettivamente sono sempre stati un po’ scansafatiche, il loro turno di lavoro è di 3 gg a settimana e quindi fanno 3 lavori per lavorare comunque 7 giorni. Anni fa non lavoravamo il weekend. I maschi della nostra età sono pochi, allora giochiamo a burraco su app. Passo un sacco di tempo sui social media, per fortuna c’è ancora Facebook qui, che in realtà è una versione semi-governativa che ci protegge: lo uso per insultare il mio vicino di casa che mi dice che ogni mese c’è un nuovo terremoto. Io non ci credo molto ma lui dice che lo legge su FB. Almeno nessun algoritmo impara e capisce come penso perché non ha imparato a capire come pensiamo. L’intelligenza artificiale non arriva in Italia come mi hanno detto succede all’estero, e quindi qui abbiamo ancora molte persone che fanno gli stessi lavori che c’erano quando ero più giovane, solo che devono lavorare molto di più perché nessuno investe qui. Non possiamo importare cibo e prodotti che non abbiano i nostri standard, dicono. Ogni tanto salta la corrente perché ne usiamo troppa. L’acqua non si sa quando arriva. Ogni altro anno ci alzano le tasse perché c’è qualcosa nei conti che non funziona. “Volete che l’Italia faccia come gli altri Paesi e si adegui alla tecnologia che cambierà tutto?” ci chiedono, ogni tanto, tramite referendum. Io ormai non voto nemmeno più tanto le decisioni cambiano sempre. E nemmeno pago le tasse, tanto ho una casa mia, la pensione la prendo, vivrò ancora qualche anno. Che ci pensi qualcun altro. Preferisco giocare a burraco online bevendo Coca Cola. L’Italia è ancora l’unico Paese dove si possono bere bevande zuccherate e vino alcolico. E ascoltare i vinili: purtroppo nemmeno la musica digitale funziona più perché la SIAE qualche anno fa ha capito che rendeva troppo poco renderla accessibile e quindi l’ha eliminata.
Fingiamo per un attimo che la decisione che ha preso il garante sia sbagliata: come potrebbe essere il nostro futuro?
Open AI ha sfornato 55 versioni di ChatGPT negli ultimi 55 anni. Per fortuna che l’Italia non si è lasciata intimorire da un primo errore di forma e ha saputo cogliere le opportunità. Ha partecipato a tutti i tavoli di discussione portando i migliori esperti che collaborando e discutendo sono riusciti a migliorare gli algoritmi di AI per includere voci diverse e colmare così bias e potenziali debolezze. Io sono ancora viva grazie all’AI che mi ha aiutato a prevenire alcuni tumori diagnosticandoli 5 anni prima che si manifestassero. Anche il mondo attorno a me è vivo: per fortuna siamo riusciti a risolvere alcune delle minacce che tempo fa vivevamo con ansia legate alle risorse e al riscaldamento globale. Oggi l’AI è ovunque: nelle case, nelle strade, nelle auto, nelle scuole, nelle aziende, negli ospedali. Ci permette di fare qualsiasi cosa focalizzandoci su quello che è davvero importante. Non devo accendere o spegnere le luci, lo fa l’AI sulla base dei miei consumi, dell’energia che produce la mia casa e di quella che consuma o risparmia il mio vicino. Quando l’analisi meteo suggerisce di aspettarci un periodo di siccità l’AI mi aiuta a consumarne di meno e se mi serve mi aiuta a ordinarne di più attraverso l’impianto di dissalazione che ha costruito il governo nel 2025: me lo ricordo perché era il quinto anno di seguito di siccità, la prima volta che succedeva in Italia e grazie agli algoritmi hanno capito che la situazione non sarebbe migliorata. Sono stati creati tantissimi posti di lavoro nuovi, circa 95 milioni, perché all’inizio servivano dei tecnici di AI in qualsiasi settore per capire come applicarla. Per non parlare di chi poteva capire come analizzare i dati, usare la creatività per le decisioni e fare analisi. Effettivamente alcuni lavori sono spariti, ne abbiamo persi quasi 100 milioni. Per esempio non c’è più chi fa il giornalista dei giornali, il banchiere, il postino, il commesso. Anche i tassisti non ci sono più, abbiamo tutte auto elettriche a guida autonoma. Per fortuna gli algoritmi sono migliorati di brutto e hanno azzerato tutti i rischi. Ogni tanto vado a guidare l’auto in pista, è l’unico posto dove posso ancora usare la mia patente. Anche se alla mia età preferisco trovarmi con le mie amiche a bere whisky analcolico con estratto di stevia e hamburger di polline d’api sintetico: ancora una volta è l’AI mia assistente personale che mi suggerisce come nutrirmi per stare bene. Grazie all’AI sono stati migliorati anche i fondi pubblici per cui abbiamo tutti la pensione ed è sempre l’AI che aiuta noi donne a stare bene e al sicuro: gli algoritmi non sono più contro donne e minoranze.
Se pensate che queste due storie siano frutto della mia immaginazione: si è vero, non le ha scritte ChatGPT. Infatti sono sicuramente ottimista e un po’ di parte. Ma sono storie pensate leggendo e facendo molta ricerca.
Ecco alcune delle mie fonti.
a. Il punto di vista di Francesca Rossi, Ibm Fellow e AI Ethics Global Leader, parte del comitato scientifico del Future of Life Institute che ha presentato l’appello per fermare lo sviluppo di ChatGPT. Spoiler: è diverso da quelli sentiti finora.
b. Le persone creano un sacco di eventi catastrofici fake con l’AI. Ed è sempre più massiccio il porno deepfake. Dobbiamo diventare bravi a identificare le immagini deepfake da quelle reali, il papa-fake era solo un assaggio.
c. Bill Gates ha provato un’auto a guida autonoma con la tecnologia di Wayve nel traffico londinese. E ha scritto un articolo sulla nuova era dell’AI, molto figo.
d. Cosa possiamo fare perché gli algoritmi siano meno biased: usare hugging face. L’AI non ci distruggerà. ChatGPT è già integrato a moltissimi software: Hubspot crea il suo Chatbot.ai , Microsoft Bing Chat, Intercom incorpora ChatGPT per il customer service, Notion lancia Notion AI, prova qui la versione AI di Google - Bard. E inizia a essere analizzata per integrazioni a database finanziari come Bloomberg con BloombergGPT o per assumere editor specializzati al FT.
e. Le startup come motore della crescita economica: link al report in italiano
Il dato che fa riflettere
Torniamo a parlare di stipendi, perché mi è arrivato un feedback dall’analisi degli stipendi in tech della scorsa settimana che inseriva come ipotesi la questione del costo del lavoro. L’Italia ha un alto costo del lavoro: è per questo forse che gli stipendi sono bassi? Ho fatto un po’ di ricerca su diverse fonti e l'Italia è effettivamente tra i primi cinque Paesi in Europa per il costo del lavoro.
Non ho trovato grandi relazioni di causa/effetto.
La Francia ha un costo del lavoro più alto e livelli di stipendi (parliamo di tech) cmq quasi doppi rispetto all’Italia, come vedevamo la settimana scorsa.
Subito sotto di noi c’è il Belgio che ha un costo del lavoro quindi più basso e non è nemmeno una città super big e super tech: come sono gli stipendi in tech?
Martina vive lì da un anno, ad Anversa, la città fiamminga dei diamanti. Lavora nel team e-commerce di una corp del settore abbigliamento, calzature e accessori e si occupa di User Experience. “A quasi due anni e mezzo dalla laurea magistrale, a parità di job title, la mia RAL è quasi triplicata e per contare i benefit non bastano le dita di due mani. Per citarne alcuni: il pacchetto relocation che mi ha permesso di trasferirmi in totale tranquillità, flessibilità (quella vera) nel tempo e nello spazio, un giorno di ferie extra perché ‘il compleanno è un giorno per fare qualcosa di speciale’, il rimborso dei trasporti per raggiungere l’ufficio… e se ci vado in bicicletta mi pagano pure i chilometri che percorro! Per non parlare degli spazi: un ambiente luminoso che stimola l’incontro e lo scambio di idee, una postazione con tutta la strumentazione, aree relax con cucine attrezzate e una palestra ad accesso libero. Si aggiungono poi agevolazioni obbligatorie per legge come l’aumento dello stipendio proporzionale all’inflazione e un bonus per l’energia a sostegno dell’aumento dei costi.”
Martina a ottobre 2019 si è laureata in Italia in Web marketing & digital communication. Poche settimane dopo, tramite LinkedIn, viene contattata da un’agenzia di Digital Marketing del padovano. A gennaio era seduta ad una delle loro scrivanie grazie a uno stage. “In Italia quasi 700€ netti al mese possono sembrare un ottimo compenso per un contratto da tirocinante. Un po’ meno quando la laurea magistrale l’hai sudata dopo qualche anno di pausa dagli studi, hai pagato la retta universitaria con i tuoi risparmi e hai sacrificato molte ore di sonno perché nel frattempo hai trovato una bella occasione di lavoro che non te la sentivi di rifiutare. Un po’ di domande te le fai se nel lavoro, che poi hai lasciato per dare gli ultimi esami e scrivere la tesi, guadagnavi circa il doppio e lavoravi già nel campo del digital marketing. Ma i soldi vanno e vengono, ne avevo un po’ da parte ed ero determinata a investire ancora su me stessa, avendo in mente una transizione di carriera: volevo occuparmi di UX”
Dopo 6 mesi di stage, nel bel mezzo della pandemia, ha firmato il contratto che poi si è trasformato in indeterminato e la transizione dal settore del digital marketing a quello della user experience era diventata realtà. Ma quando a fine gennaio 2022 ha ricevuto un messaggio su LinkedIn da una recruiter per una posizione UX con sede di lavoro in Belgio ha deciso di rispondere. “In quel momento non stavo minimamente considerando di spostarmi all'estero, ma un po’ per rispolverare il mio inglese e un po’ spinta da una persona a me cara, ho pensato fosse interessante approfondire.”
“Se mi guardo indietro vedo una realtà lavorativa, quella italiana, nella quale ormai fatico a identificarmi. Una RAL che, a un anno dalla laurea, sfiorava di poco i €20k e l’unico vero benefit tangibile erano i buoni pasto. Flessibilità al minimo, livelli di stress medio elevati e l’intero periodo della pandemia trascorso a lavorare da casa con il mio PC personale. Uno scenario che nel territorio italiano è spesso all’ordine del giorno.”
Grazie Martina Sivieri per averci raccontato la tua storia - se avete domande e curiosità scrivetele! E se anche tu vuoi raccontarmi la tua storia, sono tutta orecchie.
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A domenica prossima, che anche se sarà Pasqua, riceverete la newsletter comunque. Sempre se non bloccano il cacao perché importato dall’estero. Allora potrei piangere.
Alessia