Startup Stories #31
L'ultimo unicorno italiano non è davvero un unicorno, startup che forse crollano e startup che fanno bootstrapping. (Sì, questo mese è tutto startup).
Natale in famiglia, Capodanno in montagna, zona bianca, zona arancione, compleanno, ordini in ritardo: sono finalmente arrivati gli sgabelli ma li dobbiamo restituire ed è arrivato lo street-art artist.
Se qualcuno mi avesse chiesto cos’è successo in questi 60 giorni ci sarebbe questa listona. Se invece mi venisse chiesto cosa ho fatto di importante in questi 60 giorni è che mi sono presa cura di me e del mio team. Ed è proprio questo anche il proposito che è ancora in bozza nel mio blog ma che per me sarà super importante nel 2022.
Oggi ho preso una giornata off. E’ dal 3 gennaio che lavoro ininterrottamente, ero stanca. Non riuscivo a concentrarmi, scrivevo una cosa per un’altra, ero in overloop. Mi sono presa cura di me. Ho ascoltato 3 puntate di un podcast, iniziato un libro, fatto una bella passeggiata al parco e una sessione di palestra. Mi ha aiutato e ho staccato. Se non mi prendo cura di me non posso prendermi cura del mio team.
E non parlo solo di lavoro. Il mio team è chi è accanto a me e condivide la casa che stiamo arredando e rendendo nostra, dopo molti anni a Londra.
Il mio team è la mia famiglia, i miei amici, il mio network, tutte le belle persone che sto conoscendo a Milano e con cui mi confronto per far nascere nuove idee o con cui semplicemente mi trovo a chiacchierare davanti a un aperitivo.
(Nasce anche grazie a loro il database di women speaker lanciato un mese fa che mi ha portato a organizzare diverse sessioni di mentoring con chi pensava che un palco fosse troppo alto e troppo grande da gestire).
E ovviamente voglio prendermi cura dei miei colleghi e del mio team.
Da quest’anno in Taxfix facciamo le cose ancora più in grande. A breve ci sarà il lancio 2022, siamo pronti con lo spot TV e tutto sembra andare nella direzione giusta🤞 [per saperne di più potete ancora candidarvi per le nostre user research qui].
Il mio team ha fatto 2x, siamo in 4. Ho assunto delle persone fantastiche, che spero diventino più brave di me e che abbiano nuove idee da sperimentare. Se avete un team saprete quanto è difficile trovare le persone che fanno la differenza e fare in modo che stiano bene e siano felici e motivate. Non è la prima volta che ho un team ma questa volta la sfida da gestire è più tosta del solito. Perchè? 1) Viviamo in un mondo di great resignation dove si stanno registrando i tassi più alti di licenziamento, 2) lo stipendio impatta relativamente nella scelta di rimanere in un’azienda ma ovviamente gli stipendi medi registrano +60% negli ultimi 3 anni e 3) le startup in Europa sono in crescita esponenziale, entrando quella che viene definita guerra dei talenti.
Ma ora basta parlare di me, vi racconto quali sono secondo me i 3 punti più importanti successi negli ultimi 2 mesi su tech, startup e marketing che sono i temi che mi appassionano di più. (“Non erano 5?” Si ma devo tagliare perché non ho tempo).
1. Quello di D-Orbit è un fantastico risultato per una startup italiana. Ma non chiamatelo unicorno.
Se mi seguite su LinkedIn avrete visto che mi sono esposta pubblicamente sul tema: D-Orbit non è un unicorno. E’ sbagliato considerarla un unicorno quindi evitiamo i titoloni da pacche sulle spalle e da speranze-invane-su-quanto-l’ecosistema-italiano-stia-migliorando perché non è un unicorno. O meglio non ha senso chiamarla unicorno basandosi sulla somma di valutazione di $1.28mld di dollari perché quella è la valutazione pre-quotazione pubblica in borsa (in gergo IPO).
Cos’è l’IPO
La quotazione pubblica o IPO è una delle exit delle startup, è quando la startup decide di aprire i propri capitali al pubblico mettendo in vendita tramite asta pubblica le azioni in Borsa. Con il valore raccolto dovrà ricompensare chi le ha dato soldi fino a quel momento (investitori precedenti) e chi ha lavorato (founder e potenzialmente dipendenti). Quindi mi pare logico che qualsiasi startup in fase di IPO abbia l’interesse di massimizzare il suo valore, sia perché dovrà dare questi soldi a un sacco di gente sia per le classiche logiche finanziare basate sul mercato di Borsa.
Quindi, ci sono gli unicorni?
Non ho mai visto quotazioni di startup pre-IPO sotto al miliardo di dollari. Ma OVVIAMENTE gli unicorni non sono unicorni se arrivano in questo stadio con una quotazione sopra al miliardo, perché non avrebbe senso. Basta googlare e leggere il primo risultato per capire che un unicorno deve avere una valutazione pre-IPO superiore al miliardo. Altrimenti che razza di unicorno è? Ecco perché D-Orbit non è un unicorno. Non dimentichiamoci che la valutazione pre-IPO è stata inoltre data da una fusione con Breeze Holdings non è esclusivamente legata a D-Orbit
Se D-Orbit non è unicorno perché è stata etichettata come unicorno italiano?
Lo vorrei sapere anche io.
Credo sia perché alcuni player dell’ecosistema italiano vogliono usare le buzzword per catturare l’attenzione e dimostrare che ne sanno perché usano la parola unicorno. Facile da dimostare che non è così.
Altri invece non vedono l’ora di auto-celebrarsi e spingere l’entusiasmo per cercare di influenzarne il posizionamento nel Paese e dimostrare che sì le startup “funzionano”. Scricchiola. Soprattutto quando guardiamo i dati.
Ho un consiglio: testa bassa e lavorare dicendo le cose giuste al momento giusto, sicuramente ne guadagneremo di credibilità.
2. Opportunità in nuovi settori, startup in stallo. Le novità 2022
Chi va male
Vi ricordate di Peloton, la startup di digital fitness, grande vincitrice indiscussa durante la pandemia, quando nessuno poteva muoversi da casa e spingeva molti ad acquistare una cyclette con il programma di fitness digitale?
Sembra in crisi, pare stia lavorando con McKinsey per capire come tagliare i propri costi. Delle 3 fonti di reddito di Peloton (hardware, subscription e apparel, t-shirt e leggings) sembra che il problema sia proprio in quest’ ultima.
Ma non è solo il fatturato che ci permette di capire che c’è qualcosa che non va: la loro North Star Metric.
Per un’azienda che si occupa di digital fitness la NSM non potrebbe essere che il numero di allenamenti settimanali. Per il 2020 👇
Per il 2021 👇
(se ti interessa un’analisi ancora più approfondita fammi sapere che la faccio il prox mese)
Chi va bene
Una startup che aiuta i padroni di cani (aumentati a doppia cifra durante la pandemia) a portarli fuori. Le motivazioni per cui i padroni non lo fanno sono molteplici
Ma la stima di valore per il settore non è banale: $973M
Mi ricordo anni fa c’erano un paio di startup a Londra che lavoravano proprio per risolvere questo problema, chissà se sono ancora vive. Lo scoprirò.
3. Le startup che fanno boostrapping: ha ancora senso?
Quando ho iniziato a lavorare con le startup a Londra nel 2012 era molto di moda essere boostrapped, ossia non avere soldi. Pagavano poco le persone, non c’erano budget in marketing ma si poteva sperimentare moltissimo perché i tool erano molti meno ed erano gratis, oltre al fatto che gli algoritmi sui social funzionavano ancora senza sponsoring. Da una parte non si correva il rischio di essere influenzati da investitori che spingevano perché venissero adottati loro consigli e dall’altra si riusciva a validare il proprio business in modo strategico e creativo.
Mano a meno che gli anni sono passati ciò è diventato sempre più difficile. Oggi non è più pensabile di lanciare un business senza investire nel basic setup, e per quanto un sito o un’app possano essere costruite in modo lean servono comunque delle pecunie.
E se non le hai, che fai? Molto probabilmente chiedi “prestiti” a family & friends. Quanto più i tuoi family & friends sono bravi quanto più avrai la sicurezza di partire. E chi non si trova in una situazione dove family & friends sono disposti a concedere questi prestiti? Forse li tagliamo dal mondo startup.
Se volevamo una ragione in più per non credere più al bootstrapping, questa è un’altra ragione in più.
Consigli non richiesti del mese
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Spero che questo mese vi sia piaciuta, è bello tornare dopo il mio classico mese di stop. Aspetto tutti i vostri feedback, nel frattempo: buon Sanremo!
Una delle newsletter più complete e che leggo TUTTA da cima a fondo... grazie Alessia :)
Ottimo contenuto in un format super appetibile! Sono incuriosito dal caso Peloton :) Grazie!