Buonasera amici e amiche ed ecco che arriva un’altra domenica e quindi un altro numero di questa newsletter.
In questo weekend all’insegna di manifestazioni e marce per portare una reazione collettiva al problema sistemico della violenza alle donne che in Italia ha raggiunto 105* omicidi di donne ad opera di partner o familiari per questioni di genere, ho pensato potesse essere interessante mettere insieme due numeri sullo stereotipo che non solo entra nel mondo personale, ma professionale.

Quando parliamo di stereotipi secondo Treccani intendiamo un “modello convenzionale di atteggiamento, di discorso e sim.: ragionare per stereotipi. In partic., in psicologia, opinione precostituita, generalizzata e semplicistica, che non si fonda cioè sulla valutazione personale dei singoli casi ma si ripete meccanicamente, su persone o avvenimenti e situazioni (corrisponde al fr. cliché): giudicare, definire per stereotipi; s. individuali, se propri di individui, s. sociali, se propri di gruppi sociali.” Cerchiamo quindi di identificare delle situazioni simili tra di loro che presentano questi modelli.
Mi sono domandata se esistono e quali siano questi modelli quando parliamo di imprenditrici. Ma è bastata una semplice ricerca su Google per capire che non c’è una definizione o un modello ma molto probabilmente la definizione deriva dallo stereotipo basato sul genere di chi le guida.
Dove sono le imprese guidate da sole donne
La prima volta che mi sono sentita vittima di uno stereotipo inserito in una comunicazione diretta era il 2013.
Ero a Londra e dopo un evento ricco di presentazioni e di esperienze pratiche su lanci di app e di startup siamo andati a continuare la conversazione al pub. Eravamo una 15na di persone e mi sono seduta vicino a uno speaker per fare delle domande aggiuntive. Da qualche mese ero a Londra ed ero felicissima di questa opportunità di apprendimento continuo dato da eventi gratuiti nei quali potevo imparare grazie agli esempi concreti di chi c’era già passato negli USA e tornava in UK per raccontarlo, ottenendo così consigli di business e professionali.
Tuttavia quella diventò la prima volta, in cui la risposta a una mia domanda sarebbe stata diversa, sarebbe stata una semi-risata dai toni passivo-aggressivi.
A dire la verità non mi ricordo bene quali fossero le parole che componevano la risposta ma i toni erano più o meno questi:
“Cosa vuoi saperne girl? Non ti troverai mai a gestire una situazione così”.
Non ho fatto in tempo a formulare un pensiero che una ragazza dietro di me gli rispose a tono per fargli capire che nessuno aveva bisogno del suo giudizio su di me o sulla mia domanda, quello di cui avevamo bisogno era una sua risposta che poteva rientrare nei toni del “I will think about” se non sapeva cosa rispondere.
Da quel momento sono diventata sempre più brava a capire quando una conversazione verteva su stereotipi o giudizi infondati. E ho adottato un atteggiamento sempre più attivo nel combatterli, con fatti e parole. Aiutando a mia volta amiche e colleghe a capirlo e a isolarlo. Anche se non è per niente facile.
Così, quando sono rientrata in Italia e ho cominciato a sentir parlare di startup al femminile per cercare di dare una definizione riassuntiva del fenomeno delle imprenditrici ho da subito pensato ci fosse un problema. Le imprese italiane guidate da donne sono il 22,18%, più di 1 milione e 342mila. Tra le regioni in testa: Lombardia, Lazio, Campania ed Emilia Romagna. Tuttavia le startup innovative con una founder femminile sono poco più di una su 10 (12,6%) secondo Unioncamere.
E in Europa?
Per una volta l’Italia non è tra i Paesi meno virtuosi: la situazione è tragica in tutta Europa. Difficile capire le statistiche complete perché i dati non sono omogenei e l’Italia viene spesso tagliata dalle analisi perché ha numeri troppo piccoli.
Una nuova ricerca condotta da BCG e SISTA rivela che, complessivamente, nel 2022 le startup fondate da donne nei principali mercati europei rappresentavano solo il 10% delle startup create, il 7% delle raccolte fondi effettuate e solo il 2% dei fondi raccolti. L’analisi effettuata tra 1.788 startup create e 6.157 raccolte fondi effettuate nel 2022 in 5 mercati chiave europei: Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Svezia dimostra che non esiste un campione di parità di genere per le startup tra i 5 paesi europei studiati. L’ecosistema delle startup del Regno Unito sembra il più favorevole per le donne, mentre Germania e Spagna sono i meno avanzati.
L'ecosistema delle startup svedesi sembra essere il più aperto alle donne.
Tuttavia, quando si tratta di attrarre investimenti, i founding team di sole donne ottengono meno fondi (1%) con l’importo medio più basso (1,8 milioni di euro) e il divario più ampio rispetto a quelli di soli uomini (14 volte di più).
UK emerge come il Paese con la situazione complessivamente più favorevole rispetto a quelli studiati per quanto riguarda sia le creazioni che le raccolte fondi. Il Regno Unito si colloca tra i primi 2 Paesi sia per i team misti di genere che per quelli di sole donne in tutte le dimensioni studiate. Si osservano diverse iniziative a favore delle donne, come i fondi di capitale di rischio incentrati su sole startup a guida femminile e programmi governativi che promuovono l’imprenditorialità femminile.
In Francia, i founding team composte da sole donne sono particolarmente in difficoltà, mentre quelli misti sembrano farcela meglio. È particolarmente difficile per le donne nella creazione di startup: le donne avviano meno imprese da sole (solo il 25%), fanno meno lavoro di squadra (solo il 37%) e i team misti hanno la parità più bassa. Si osservano meno disuguaglianze per quanto riguarda i finanziamenti, derivanti dalle diverse iniziative attuate dai fondi negli ultimi anni.
In Germania, invece, anche i founding team misti sono molto penalizzati.
La Germania è il Paese in cui i team maschili ottengono di più: 77% in numero di raccolte fondi, 91% in totale raccolto. I team misti non se la passano meglio, raccogliendo circa 2,4 volte meno rispetto a quelli di soli uomini.
Se esistono perché sono meno famose? Sarà colpa delle founders?
Quindi per rispondere alla domanda iniziale, si le startup guidate da donne esistono.
Il problema è che non riescono a ottenere i fondi necessari alla crescita: in Europa solo lo 0.9% dei fondi va alle startup guidate da donne. Ottenere fondi permette non solo alle startup di crescere ma di spendere budget in PR, marketing e team. Permette di organizzare eventi e di ottenere visibilità con interviste e contenuti. Quindi non diteci che sono le founders che dovrebbero fare di più per essere più visibili. Perché sembrano le solite scuse per le quali i panel spesso sono fatti di soli uomini, i manel perché le donne non accettano gli inviti, e spesso sono le donne che si mettono in situazioni pericolose, quando potrebbero evitare di andare all’ultimo appuntamento. Certo, perché spesso ci viene detto che quello sarà l’appuntamento con un killer che era nostro amico fino al giorno prima.
Ci sono moltitudini di studi che dimostrano che i founding team di donne resistono bene all'attuale tempesta macroeconomica. Per cui indovinate quale potrebbe essere il problema? Gli stereotipi.
Esistono moltissime informazioni su Internet sulla raccolta fondi per le startup, ma i manuali esistenti devono essere aggiornati per le donne. Il processo è completamente diverso se sei una donna founder: richiede molta più preparazione, adattabilità e completezza.
Le donne fondatrici sperimentano modelli comportamentali diversi da parte degli investitori, per es. quali domande vengono poste e come vengono riviste le presentazioni. I dati di DocSend rivelano che gli investitori dedicano il 50% in più di tempo alle sezioni di traction per i founding team solo femminili e il 41% in più di tempo a quella relativa alle dimensioni del mercato.
Gli investitori investono in problemi che possono comprendere e molte donne fondatrici si propongono di risolvere problemi esclusivamente femminili. Questo divario di genere crea una disconnessione tra la demografia degli investitori e le donne fondatrici in cerca di investimenti. Sebbene queste attività possano risolvere problemi che interessano un vasto gruppo demografico, un investitore di sesso maschile spesso non lo riconosce. Quello che fa la differenza quindi spesso sono le soft skills e non solo l’opportunità di business: l’essere determinate, concentrate e collaborative. La risoluzione efficiente dei problemi, la generazione anticipata di entrate, l’agilità e la resilienza svolgono un ruolo importante nello sforzo aggiuntivo volto a mostrare ai VC perché l’attività di una donna founder è preziosa.
Le domande poste alle donne founders si concentrano maggiormente su come gestiranno la gestione del rischio o si prepareranno per le sfide rispetto alle opportunità cdi business. La maggior parte degli investitori utilizza le presentazioni per capire se vale la pena rischiare e se le donne che gestiscono queste startup sono qualificate per farlo. I VC trascorrono il 125% in più di tempo esaminando la slide del team per i team femminili: le donne devono lavorare molto duramente per dimostrare che la loro esperienza è sufficiente ed eccezionale.
4 consigli se sei (o conosci) una donna founder
Crea una startup su un’opportunità di business ricca di dati e modelli di business semplici. I dati se comunicati in modo efficace riescono a controbilanciare stereotipi e opinioni personali. I modelli di business semplici che funzionano su ampie commissioni e pochi costi di struttura sono quelli più comprensibili e meno discutibili.
Sviluppa un enorme camion di fiducia. La mancanza di fiducia in se stesse è un’altra sfida affrontata da molte donne imprenditrici. Le donne sono spesso indotte a dubitare delle proprie capacità, il che può portarle a riconsiderare le proprie decisioni o a esitare a correre dei rischi. È importante capire come bilanciare i feedback rimanendo convinte delle proprie idee.
Circondati di BRAVI mentor e competenti ADVISOR di entrambi i sessi. Statistiche recenti mostrano che quasi la metà delle donne imprenditrici, circa il 48%, ha bisogno di consulenti più competenti che le guidino attraverso il difficile panorama dell’imprenditorialità. Indipendentemente dall’esperienza, avviare una startup può essere scoraggiante e la ricerca di mentor può essere la chiave per nuove idee e strategie aziendali.
Parla e conosci tantissimi investitori. Spesso sembra che ci siano porte segrete per gli angel e VC che possono essere aperte solo quando si conoscono le persone giuste o si trovano gli alleati giusti. Per trovare e accedere agli investitori come founder donna, prova a connetterti con altri imprenditori nel tuo settore e scopri come hanno incontrato i loro investitori. Rivolgiti a mentor o a contatti, come il tuo avvocato o commercialista, che potrebbero conoscere alcuni VC adatti, interessati a investire o a farti intro con colleghi. È spesso un lavoro lungo ma poi ripaga!
✍️ Tutte le startup che assumono in Italia questa settimana
📎 Endelea cerca Marketing Manager a Milano (3-5 anni di esperienza nel marketing, possibilmente nel settore fashion)
📎 Freeda media assume Performance Marketing Specialist a Milano
📎 Casavo pure.
📎 Unobravo cerca Senior SEM Manager in remoto
📎 Shippypro cerca Head Of Marketing
📎 iubenda assume E-mail Marketing Specialist in remoto
📎 DaVinci Salute cerca Assistant Brand Manager Intern a Milano
Ci sentiamo la settimana prossima!
Non perdetevi la prox newsletter che sto lavorando a un pezzo che raccoglie tutte le questioni e le domande che interessano un investitore! A proposito: se avete vissuto situazioni meh me le passate? Anche in anonimo. Così le analizziamo e impariamo tutti.
A presto
Alessia
Grazie Alessia per questa newsletter, molto interessante. In mancanza di dati (e già questo è un cattivo segno in paesi che hanno raggiunto ormai da tempo lo zero demografico) credo che si rischi anche di promuovere degli stereotipi al femminile.
Faccio un esempio molto semplice: se una donna founder cerca di aprire una startup nel settore salute e bellezza, mi viene difficile pensare che i fondi scappino, ma capisco che anche questo è uno stereotipo.
Ci sono dati che riportano in quali settori operano le startup "al femminile" che hanno preso fondi negli ultimi 5 anni?
Grazie!!