Questo weekend sono a Berlino: ultimo giro in città e ultime settimane in Taxfix. Vi racconterò presto qualcosa in più su questa decisione. Per ora, la newsletter sarà più breve del solito, ma spero apprezzerete la sua essenza.
Feedback Movement: la rivoluzione silenziosa nelle startup
In un mondo tech dove tutto cambia velocemente—dai licenziamenti di massa alle nuove strategie di business—c’è un aspetto che resta fondamentale ma troppo spesso trascurato: il feedback.
Il feedback non è solo una parola alla moda o una formalità di fine progetto. È lo strumento più potente che abbiamo per crescere, imparare e lavorare meglio insieme. Nella mia esperienza, è grazie al feedback autentico e costante che sono riuscita a evolvermi professionalmente, scoprendo zone cieche e nuove risorse inaspettate.
Perché il feedback conta davvero?
Ognuno di noi ha punti di forza e debolezze, ma è difficile capire come queste caratteristiche impattino sugli altri.
A volte, abitudini che per noi sono normali possono rappresentare una vera difficoltà per il team.
E spesso non ce ne rendiamo conto finché qualcuno non ce lo dice, con onestà.
Per rendere il feedback parte della cultura del mio team, ho sperimentato un esercizio semplice ma potente: ho chiesto ai miei colleghi di marketing e ai team cross-funzionali di elencare tre parole che associano subito a me, più un consiglio sincero su cosa dovrei continuare a fare e cosa invece potrei migliorare.
Il tutto in una call aperta, senza scripts né filtri.
Ecco alcune regole che ho seguito per favorire un ambiente sicuro e costruttivo:
Normalizza il feedback: Fallo diventare una tua aspettativa dichiarata, indipendentemente da quanto sia positivo o negativo. L’obiettivo non è ricevere solo lodi, ma imparare davvero qualcosa di utile.
Abbatti l’ansia da prestazione: Ricorda al team che non esiste un modo “giusto” per dare feedback. Come ogni skill, anche questa si affina solo con la pratica e la fiducia reciproca.
Scollega il feedback dalle performance: Spiega che il feedback non è una valutazione, ma uno strumento per creare relazioni di fiducia e valore. Più il team si sente libero di parlare, più forte sarà la collaborazione.
Come dare (e ricevere) feedback in modo efficace
Sii specifico: Evita frasi vaghe come “sei bravo/a”, punta su esempi concreti e situazioni reali.
Scegli il momento giusto: Privilegia i momenti di calma, non le situazioni di stress o conflitto.
Focalizzati sui comportamenti, non sulle persone: Parla di cosa è stato fatto, non di chi lo ha fatto.
Alterna feedback positivi e costruttivi: Riconoscere i successi è importante quanto evidenziare le aree di miglioramento.
Chiedi sempre un feedback di ritorno: Il feedback funziona in due direzioni, non è mai un flusso a senso unico.
Affinché questo processo sia efficace ricordiamoci come leader che:
colleghiamo il fatto che ricevere feedback sia una nostra aspettativa come leader, al di là di quello che è il feedback
non esiste la modalità giusta per dare feedback e che qualsiasi modalità andava bene
è necessario mettersi in ascolto e accettare che il feedback che riceviamo potrebbe essere diverso da quello che conosciamo su di noi.
Vi siete mai messi in gioco in questo modo? Qual è stato il feedback più inaspettato che avete ricevuto o dato? Scrivetemi, sono curiosa di leggere le vostre storie (e magari, imparare qualcosa di nuovo anche io).